lunedì 20 aprile 2009

Simone Cimegotto


Cimegotto Simone
matricola n°266678

“L’impresa virtuale che il mondo concorre a creare ruota attorno al soggetto umano e alla possibilità di essere collegato, singolarmente o in gruppo, al resto del mondo degli affari di interesse x il proprio lavoro mediante la tecnologia…” Denis Ettighoffer, 1992

La frase sopra citata racchiude la vera essenza e il vero scopo del mondo del “www”. Internet è stata, forse, tra le scoperte recenti la più importante per il genere umano. Essa nasce intorno agli anni sessanta sotto il nome di Aranet da un progetto del Dipartimento della Difesa statunitense con l’intento di creare una rete decentrata di computer interconnessi. Ma l’ incredibile funzionalità del progetto fa si che in pochi anni la rete venga utilizzata anche per scopi civili. Nel 1991 viene creato il mondo del “www”(World Wide Web), un sistema che permette una lettura ipertestuale,non sequenziale dei documenti, che col passare degli anni è stato sempre in continuo sviluppo, ed ha permesso che internet si trasformasse da fonte di ricerche universitarie a mezzo di comunicazione di massa, attraverso le reti domestiche.
(http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_di_Internet)

Si perché internet, pur continuando a essere uno delle più fornite fonti di ricerca, negli ultimi anni, attraverso la nascita dei Social Network (rete sociale), ha facilitato la comunicazione tra persone di ogni parte del mondo.
Ma che cosa è un Social Network?“Una rete sociale consiste di un qualsiasi gruppo di persone connesse tra loro da diversi legami sociali, che vanno dalla conoscenza casuale, ai rapporti di lavoro, ai vincoli familiari”.
Questo fenomeno ebbe inizio negli Stati uniti quando, nel 2003, iniziarono ad avere popolarità siti come:Friendster, abcTribe.com e LinkedIn. Da quel momento il mondo delle “reti sociali” è sempre stato in continuo fermento, tanto è vero che ai giorni nostri è quasi impossibile catalogare tutti i social network presenti nel web.
(http://it.wikipedia.org/wiki/Rete_sociale)
Dai dati che emergono da una ricerca de laFeltrinelli.it, che ha confrontato i dati ufficiali di Nielsen, Forrester e Simmaco con quelli presenti nel proprio database sull'utilizzo dei social network in Italia. Il quadro che compare è che su 24,3 milioni di navigatori in internet (41% della popolazione), 3,4 milioni possiede un blog come Splinder o Blogger, mentre gli iscritti ai social network sarebbero 4,7 milioni. Circa un terzo delle persone che si connette a internet utilizza dunque i social network. Ma nonostante il sorpasso a livello mondiale di Facebook su MySpace con 132 milioni di visite uniche contro 117, registrate nel mese di giugno, gli italiani continuano a preferire il noto sito musicale e i blog. La top four dei social network in Italia mostra infatti MySpace in cima alle preferenze con il 59,5% degli iscritti (2,7 milioni di utenti), Facebook segue invece al 19,5 (900 mila utenti), LinkedIn, la community professionale, al 7,7(300 mila) e infine gli altri network, come FlickR, Anobii e Badoo, che insieme totalizzano il 13,3(625 mila persone).
(http://www.repubblica.it/2008/03/sezioni/scienza_e_tecnologia/social-networking/italia-social/italia-social.html)

Il fenomeno, comunque, pur essendo in continuo sviluppo, mantiene le sue caratteristiche di base. Infatti tutti i siti sul genere propongono tre filoni tematici: quello dell’ amicizia, quello delle relazioni amorose e quello dell’ambito professionale.
Ed è proprio grazie alla nascita dei social network di sfondo professionale che è notevolmente mutato il modo di lavorare di numerose figure professionali, tra le quali anche quella degli architetti.
La professione dell’ architetto, infatti, da Le Corbusier ad oggi, soprattutto grazie alle nuove tecnologie, è mutata notevolmente. Si dice, infatti, che una volta l’architetto per lavorare avesse bisogno d pochi strumenti e di un luogo di lavoro in cui potesse “rinchiudersi” per concentrarsi e per rielaborare le proprie idee. L’ unico modo, poi, per poter essere conosciuti anche in luoghi non limitrofi alla città di appartenenza era avere delle conoscenze che commissionassero le loro creazioni magari in luoghi di villeggiatura.
Oggi come oggi questa figura professionale è mutata radicalmente. Innanzitutto una delle innovazioni più importanti è stata la creazione all’inizio degli anni ottanta di un programma (Autocad) che permise all’architetto di poter creare i propri progetti attraverso il computer e non più disegnando a mano, tecnologia utilissima sia per la precisione del disegno che per il notevole risparmio di tempo nella creazione dei progetti. Successivamente vennero creati numerosi altri programmi sul genere, sviluppando anche l’utilizzo della visione tridimensionale delle costruzioni (ricordiamo ad es. sketchup) in modo tale che si potesse avere sempre di più un idea complessiva del progetto e delle sue interazioni con tutto ciò che sarebbe andato a circondarlo nella realtà.



Oltre a queste innovazioni a livello “pratico” il mondo dell’architettura si è sempre più lasciato contaminare dal mondo digitale, che ha portato l’architetto a lavorare quasi in “comunità” all’interno della rete con altri colleghi di ogni parte del mondo. Tuttora, infatti, l’architetto ha la possibilità di relazionarsi con i massimi esponenti del settore attraverso l’utilizzo dei social network: siti in cui il progettista ma anche le varie aziende possono collaborare in tempo reale(trovandosi magari uno dall’altra parte del mondo rispetto all’altro) nella produzione di un progetto, potendo così razionalizzare spese e tempi di lavoro. Uno di questi siti ad esempio è http://www.greenprefab.com/.
Ed è proprio grazie questo fenomeno che l’architetto non è più portato a lavorare chiuso nel suo studio, ma tende sempre di più ad avere rapporti con tutto il mondo lavorativo, anche con aziende o associazioni che potrebbero sembrare totalmente estranee al mondo architettonico.
Ne è un esempio l’arch. Mario Cucinella ( intervistato nella rivista Wired) il quale riesce a pubblicizzarsi e soprattutto a rendere possibili i suoi progetti grazie a collaborazioni con banche e associazioni come Legambiente (progetto eco-sostenibile di un complesso residenziale a basso costo, vedi foto a fianco) e facendo parte del comitato scientifico di Symbola, la fondazione che si occupa delle eccellenze italiane.
(http://www.mcarchitectsgate.it/)
Le nuove tecnologie non hanno, però, solo migliorato la vita dell’architetto ma ne hanno condizionato il modo di progettare strutture ed edifici per qualsiasi tipo di utenza. Se pensiamo alle tecnologie più vicine a noi, che già da qualche anno sono entrate nelle nostre case, viene subito in mente il sistema wireless (che in inglese significa “senza filo”). Essenzialmente queste reti servono per trasmettere senza l’utilizzo di fili qualsiasi tipo di file. Questa tecnologie che si basano sull’idea di libertà che l’uomo ha da sempre inseguito si sono già insediate nelle nostre case attraverso oggetti di uso quotidiano come a d esempio: cordless, mouse o tastiere dei pc o meglio ancora nei modem che permettono la connessione ad internet attraverso reti Wi-fi. Ma la tecnologia, come ha sempre fatto, non si ferma solo a questi piccoli oggetti, infatti, pian piano il sistema wireless sarà utile per lo sviluppo in architettura della domotica.
“La domotica è la scienza interdisciplinare che si occupa dello studio delle tecnologie atte a migliorare la qualità della vita nella casa e più in generale negli ambienti antropizzati. Il termine domotica deriva dal greco domos (δοµος) che significa casa e ticos (τικος) - suffisso che indica le discipline di applicazione”.( http://it.wikipedia.org/wiki/Domotica)
In poche parole la demotica cerca attraverso le innovazioni telematiche di rendere intelligenti apparecchiature, impianti e sistemi dei vari edifici. Pian piano questa automatizzazione degli oggetti prenderà piede in ogni edificio già a livello progettuale in modo tale da rendere più facile e più completo l’utilizzo di ogni singolo edificio.
La tecnologia come abbiamo visto è entrata nelle nostre case piano piano ma grazie alla figura professionale del “nuovo” architetto essa ne diverrà parte integrante in un futuro poi non così lontano.

Fonti Bibliografiche:
- Wired, n°3 di Maggio
- Netbrain, Le battaglie delle nazioni sapienti, Denis Ettighoffer
- Focus, n°199 Aprile 2009

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