venerdì 10 aprile 2009

Sara Galesso

Sara Galesso n. 266507

È il 1995 quando Randy Conrads, un ingegnere della Boeing che aveva frequentato le superiori nelle Filippine e voleva rintracciare un suo ex-compagno di classe, crea Classmates.com (attualmente 50 milioni di utenti). Nel 1997 Andrew Weinreich per provare la teoria dei “sei gradi di separazione” crea SixDegrees.com. Successivo a lui è Friendster (90 milioni di utenti), nel 2002 è il turno di LinkedIn (35 milioni di utenti) e Myspace(243 milioni). Nel 2004 spopola Facebook (200 milioni) e come ultimo nato nel 2006 si ha Twitter (6 milioni).
Questi sono solo alcuni dei social network esistenti: la lista è pressochè infinita come infiniti sono gli argomenti su cui sono basati: hamsterster è il socialnetwork degli appasionati di criceti, hatebook è la rete dove puoi trovare i tuoi nemici, fino a mostrare potenzialità pratiche insospettabili: 23andme permette di pubblicare il proprio profilo genetico dopo l’analisi del Dna per trovare eventuali parentele e in futuro persino per cercare donatori compatibili per trapianti; i socialnetwork servono anche ai medici per avere informazioni sugli effetti di alcuni farmaci e per mettere a punto nuove terapie (PatientsLikeMe.com ).
Si calcola che nei prossimi tre anni gli iscritti ai social network supereranno i 500 milioni ed entro il 2011 sul Web ci saranno 2 miliardi di persone. È quindi necessario che le reti funzionino in modo multi direzionale e siano dotate di sistemi di analisi avanzata che identifichino i vari dispositivi interconnessi e ne raccolgano le informazioni rilevanti. Dovranno essere costruite su standard e software che permettano alle persone di parlare in tempo reale. Questo però non sarà sufficiente: è necessario prima di tutto istruire e informare le persone stesse su progressi e vantaggi di questa nuova tecnologia, elemento che in Italia risulta molto carente. Solo il 42% delle famiglie italiane ha accesso a Internet contro la media comunitaria del 60% dati Eurostat .
La soluzione è incentivare chi governa il paese a sfruttare questo mezzo prendendo come esempio Barack Obama, il quale durante tutta la sua campagna elettorale restava continuamente in contatto con i suoi sostenitori (quasi 10 milioni solo in Facebook). Una piccola iniziativa è già stata presa: nasce Intergruppo parlamentare Web 2.0 dove deputati e senatori di ogni schieramento sono uniti nella battaglia per portare le istituzioni della politica a confrontarsi con il mondo della rete.
Per il mondo dell’architettura la frontiera del Web sembra aprire nuove pionieristiche strade che potrebbero in un prossimo futuro rivoluzionare la figura dell’architetto. Già l’introduzione dell’uso del computer all’interno dello studio con i programmi CAD ha permesso un notevole risparmio di tempo e una maggiore precisione del disegno stesso rispetto alle vecchie matita e riga T. Altri importanti strumenti di rappresentazione che permettono una visione 3D a 360° sono i render; essi facilitano la comprensione del fabbricato permettendo all’utente di visitarlo in ogni suo spazio. La matita resta comunque uno degli strumenti più importanti: è tramite lo schizzo che il progetto prende vita ma in un prossimo futuro essa probabilmente non sarà più costituita da legno e graffite, bensì da tavolette grafiche.

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L ’utilizzo della tecnologia da parte dell’architetto non dovrebbe però fermarsi a questo: come succede in campo medico,dove, grazie ai social network, equipe di medici da un continente all’altro in tempo reale riescono a scambiarsi pareri su diagnosi e problemi specifici analogamente questo strumento potrebbe risultare utile all’architetto utilizzare Internet come vero e proprio studio virtuale. Tramite il Web è possibile comunicare in tempo reale con qualunque persona e in qualunque luogo essa sia: si possono quindi raggruppare team di ingegneri, architetti, ditte e sponsorizzatori da tutto il mondo così da avere un feedback immediato dai vari interlocutori con un consistente risparmio in termini di tempo , denaro e possibili fraintendimenti.
Questo tipo di iniziativa è promossa da Green Prefab ed è volta a creare gruppi di collaborazione organici e sempre diversi dando la possibilità ad ogni figura interpellata di poter arricchire il proprio bagaglio di esperienze e confrontarsi con figure professionali sempre diverse. Un altro vantaggio che si ha dallo sviluppo della tecnologia è il fatto di potersi collegare con il proprio team in qualunque situazione grazie alla tecnologia wireless. Con questo termine stiamo ad indicare quei sistemi di comunicazione tra dispositivi elettronici, che non fanno uso di cavi e trasmettono principalmente attraverso onde radio:questo implica il fatto di non dover più essere legati ad un luogo fisico bensì di poter svolgere il proprio lavoro in qualsiasi posto si desideri.
L’evoluzione e l’affinamento di queste tecniche permettono di prendere ad esame un’altra scienza: la domotica.
Da qualche anno la casa non è più la stessa. Sempre più persone si affidano ai servizi offerti da questo tipo di tecnologia il cui scopo è di trovare soluzioni per migliorare la qualità della vita,la sicurezza della casa e non ultimo risparmiare energia. La domotica svolge un ruolo importante nel rendere intelligenti apparecchiature,impianti e sistemi. Ad esempio un impianto elettrico con sistema domotico integrato può autoregolare l’accensione degli elettrodomestici in orari in cui l’energia elettrica costa meno ed evitare il superamento del limite elettrico fissato dal proprio contratto. Quindi la “casa intelligente” deve essere opportunamente progettata e tecnologicamente attrezzata per mettere a disposizione dell’utente impianti che vanno oltre l’idea tradizionale. Negli ultimi tempi,grazie ai passi in avanti della tecnologia,essi sono in grado di essere completamente autonomi secondo parametri ambientali diretti da programmi cosiddetti neurali, ovvero capaci di auto apprendere da situazioni precedenti. Il punto di arrivo di queste tecnologie è il “building automation”: ossia non più il singolo elettrodomestico ma un vero e proprio edificio intelligente che riesce a gestire le situazioni in maniera integrata e computerizzata rispondendo ai requisiti fondamentali di : semplicità, affidabilità, risparmio energetico , basso investimento e automatizzazione di azioni quotidiane.

Fonti:

Prima Casa n. 3 Maggio 2009
Focus n. 199 Maggio 2009
AD Aprile 2009
R2 Novembre-Dicembre 2008

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