lunedì 1 giugno 2009

Seconda esercitazione: risultati finali

Si rende noto che sono stati assegnati i punteggi per la seconda esercitazione. Ogni ultimo post dei gruppi ha ricevuto un commento da parte della docenza con il giudizio e il voto. Il punteggio ricevuto sarà sommato al punteggio ottenuto in sede di esame.

sabato 30 maggio 2009

aRchimia

Il gruppo aRchimia propone un’unità abitativa formatasi su due concetti base: uno spirito aggregativo dinamico e libero degli elementi residenziali e uno studio approfondito sulla spazialità interna.
La progettazione dei volumi edilizi e la loro articolazione sono state una conseguenza del processo di analisi spaziale aprioristico: il nostro studio ha lo scopo di ricercare una disposizione interna dei singoli utensili tale da fornire maggiori comfort in minor spazio. Ciò è dovuto alle difficoltà che si possono incontrare nell’ubicazione di elementi residenziali “d’emergenza” e ad un eventuale pre-arredo degli ambienti prima della locazione in situ.
L’unità abitativa si organizza in un elemento al piano terreno e uno soprastante a sbalzo, dedicati rispettivamente alla zona giorno e alla zona notte. È stata inserita una copertura con verde calpestabile per l’unità al piano terreno e la parte sottostante la zona notte e stata immaginata con lo scopo di rimessa per autoveicoli. Il movimento verticale si svolge su una scala a chiocciola (per ottimizzare gli spazi) che diventa un vero e proprio “perno-asse” per la libera scelta di angolazione tra i blocchi.
Questo è l’elemento vitale della nostra architettura. Esso da infinite combinazioni tra i singoli elementi da cui derivano altrettante possibilità di aggregazione al fine di creare la più adeguata soluzione in base alle necessità.




venerdì 29 maggio 2009

Gruppo Converse


L’idea che sta alla base del nostro progetto vorrebbe essere una risposta, almeno parziale, a tutta quella serie di problemi che si sono venuti a creare dopo il terremoto che ha colpito l’Abruzzo. Una risposta nata nella prospettiva di cercare che le tantissime persone che hanno perduto la loro casa possano condurre ugualmente una vita la più vicina possibile alla normalità nella attesa della ricostruzione vera e propria.
Si è trattato pertanto di progettare una serie di abitazioni, degne di questo nome, in un’area dallo spazio ridotto, ma concepite come un complesso che doveva rispondere alla necessità di una semplice e veloce generazione combinata con la possibilità di riutilizzo o di rapido ed economico smaltimento.
La necessità dell’utilizzo di un modulo, per i problemi sopra posti, si doveva conciliare, necessariamente, con l’obbligo di ricreare un ambiente che risultasse il più possibile “vicino” e familiare alle persone che vi avrebbero risieduto.
Così abbiamo optato per delle piccole costruzioni, con due diverse tipologie, che potrebbero essere edificate ovunque, a differenza di complessi di grandi dimensioni che causerebbero, quasi sicuramente, problemi nella gestione dello spazio. La scelta di inserire edifici di tipo diverso è stata motivata dalla nostra convinzione che la varietà delle costruzioni, seppure, come in questo caso, purtroppo molto limitata, contribuisca all’idea variegata del “quartiere urbano”. Una grande massa di edifici tutti uguali, apportati in questo contesto, uniformando ogni cosa, non risponderebbe alle esigenze, anzitutto emotive, delle persone che vi dovrebbero abitare.
La forma dei nostri edifici, unità abitative che lavorano a coppie, per cercare di salvaguardare il più possibile la privacy di ogni nucleo familiare, è stata volutamente mantenuta lineare e semplice, così da non porre problemi nel ottenere la massima fruibilità, combinata con una elevata semplicità di montaggio.
Il primo modulo, che si rapporta in maniera frontale rispetto alla via principale di accesso al lotto ed al flusso delle persone, è nato partendo dall’idea di una massa volumetrica in movimento; si presenta infatti come un cubo scomposto, con aggetti e rientranze che vanno a creare un gioco di pieni e vuoti che a sua volta ne crea uno di luci ed ombre.
Entrando incontriamo una zona giorno suddivisa tra soggiorno, cucina e bagno mediante la scala che porta al primo piano ove sono collocate le due camere da letto, il bagno ed un’ampia terrazza ricavata facendo rientrare parzialmente due delle facciate del cubo iniziale.


Il secondo modulo è composto da 2 + 2 unità abitative, costituite ognuna da due volumi sovrapposti che si spezzettano a creare aggetti e rientranze.
Anche in questo caso i volumi sfalsati e contrapposti dovrebbero contribuire a creare un gioco di pieni e vuoti, luci ed ombre, con il fine di dare movimento alla scena urbana.


Internamente vi troviamo spazi separati da fini pareti verticali, volte semplicemente al compito di dare una divisione apparente tra i vari ambienti domestici, esenti quindi da funzionalità portante, ottenendo cosi uno spazio quasi continuo percorribile in tutta la sua estensione. Una estensione peraltro limitata ad uno spazio confortevole, ma non eccessivo, che ne accentua il senso di intimità.
A piano terra ritroviamo gli spazi per soggiorno, cucina, bagno e vano scale dal quale si accede al piano superiore ove sono stati ricavati un soppalco, due camere da letto, bagno e terrazzo.
Abbiamo posizionato in un lotto di ml. 121,50 x 77,00 n. 2 moduli del primo tipo e n. 3 moduli del secondo (n. 3 x una schiera di 4 abitazioni), per un totale di n. 16 unità abitative. Una strada cieca di distribuzione, che si diparte dalla strada principale, consente l’accesso alle singole abitazioni e alle aree di parcheggio.
Ogni edificio dispone di un porticato ad uso esclusivo degli abitanti delle singole abitazioni.
Lo spazio verde circostante invece è parte ad uso privato e parte ad utilizzo comune, una soluzione pensata per generare delle aree ove gli incontri siano quasi “forzati” allo scopo di mantenere un senso di unione tra le persone che vi risiederanno. Un espediente per ricreare le condizioni del “vicinato”.

Miframoca



Primi spunti del progetto




Schizzo in fase di progettazione di un’abitazione del primo modulo



Schizzo in fase di progettazione di un’abitazione del primo modulo



Schizzo in fase di progettazione del terzo modulo



Schizzo in fase di progettazione del quarto modulo



Prospetto frontale



Prospetto del lato destro



Prospetto posteriore



Prospetto del lato sinistro

Kimaro


Il nostro progetto si è sviluppato attorno al tema della tempestività della risposta ad un esigenza collettiva e alla necessità di renderla il più facilmente realizzabile possibile. 
Per questo motivo abbiamo oganizzato le otto unità abitative in manira razionale e compatta cercando di fornire negli spazi minimi una vivibilità di alto livello e abbiamo cercato di creare uno spazio comune per le interazioni sociali utilizzando elementi con misure stardanrdizzate e combinabili in diversi schemi.

















Inizialmente avevamo pensato ad una abitazione ad ''L'' su due piani con un unica camera al piano superiore ma per semplificare lo schema di base e rendere la circolazione più comoda per gli utenti abbiamo eliminato il secondo piano e disposto tutte le stanze su di un solo livello.


Siamo giunti a due disposizioni degli ambienti diverse: nella prima abbiamo un grande open space dedicato alla zona giorno e servizi su un ramo della L mentre sull'altro si trova la zona notte;
















nella seconda la zona giorno funge da perno centrale tra i due rami della L occupati dalle stanze da letto e dai servizi.
















In entrambi i casi l'abitazione possiede una veranda esterna propria ed è collegata agli altri nuclei abitativi tramite un sistema di tettoie.










giovedì 28 maggio 2009

Gruppo FALM

L'idea del gruppo per la progettazione delle case in Abruzzo, è quella di creare un modulo di modeste dimensioni per permettere di assemblare in breve tempo tutti i pezzi necessari. Il modulo, è formato da un semplice blocco rettangolare, che a sua volta viene suddiviso in due parti:la zona giorno e la zona notte. La casa è pensata per una famiglia di 5 componenti e quindi abbiamo ipotizzato un modulo di 9m x 12m con altezza di 3m (circa 100 mq sup calpestabile). Gli spazi sono ampi e superano i minimi standard previsti solitamente.















I moduli previsti saranno aggregati in un lotto quadrato formato da 8 case singole che da una parte 4 saranno affiancate (in modo da avere case formate da un piano solo) e dall'altra invece le case verranno sovrapposte a due a due.
Le case così assemblate potranno godere di uno spazio centrale comune.
I materiali per le case dovranno essere riciclabili e/o ricomponibili in un altro luogo, pertanto nella fase digitale abbiamo utilizzato il programma sketch up 7 e adottando i soli blocchi disponibili presenti sul sito di green prefab.



Dopo la revisione della prima fase di progettazione abbiamo deciso di cambiare diversi elementi: abbiamo diviso le case in modo da creare diverse proprietà indipendenti l’una dall’altra; inoltre abbiamo sviluppato in un solo piano per limitare al massimo qualsiasi tipo di barriera architettonica, e rendere così possibile a tutti l' accesso alle abitazioni.










Il nostro progetto consiste in due "L" formate da quattro abitazioni l'una, messe in comunicazione da una corte interna, che è stata creata per permettere agli abitanti dell' Aquila colpiti dal sisma di mantenere forte il legame che si è creato, essendosi aiutati nel momento più difficile delle loro vite.

Ogni abitazione ha ingresso indipendente e un piccolo spazio verde privato per consentire comunque alle famiglie di ricrearsi un pò di intimità.Inoltre nelle zone esterne alla corte centrale sono stati previsti ampi parcheggi. Il modulo abitativo, è formato da un blocco a "L ", ricollegandosi così alla struttura della zona. Gli spazi sono ampi, e per le abitazioni abbiamo mantenuto la logica pensata in precedenza, avendo spazi ampi e sufficentemente illuminati.



Oltre agli spazi interni, sono stati predisposti ampi porticati rivolti verso il centro per garantire ulteriore confort e design all'abitazione.

















Componenti del gruppo:
Alice Pellizzer
Federica Ranchio
Luca Gisaldi
Marco Castagnaro


Gruppo Miframoca

L’obiettivo del nostro progetto è di riuscire a creare un ambiente architettonico vivibile per coloro che in Abruzzo, a causa del terremoto del 6 aprile 2009, hanno perso uno dei loro punti di riferimento: la loro abitazione. Si tratta di dare forma a un aggregato di case abitabili e sicure utilizzando elementi prefabbricati ecosostenibili che potranno quindi essere smontati e rimontati una volta finito il loro compito. Viene in questo modo sfruttata al massimo la caratteristica del prefabbricato, cioè di poter essere assemblato velocemente e quella di poter essere riutilizzato (la ricostruzione ha bisogno di tempo ed è importante un riparo immediato non troppo “precario”). Tenuta in considerazione la condizione psicologica dei destinatari dei nostri progetti, come gruppo Miframoca, abbiamo ritenuto di estrema rilevanza l’esistenza di un luogo comune a più case per lo scambio relazionale. Il nostro progetto consiste in sette nuclei abitativi ossia quattro diversi moduli che comunicano tra di loro attraverso uno spazio esterno. Inizialmente avevamo pensato a un solo modulo a L da reiterare con dimensioni diverse cambiando poi il nostro progetto.

Schizzo per la disposizione degli edifici

Ogni modulo è differente per dimensione, disposizione e uso degli spazi. Il primo modulo prevede un aggregato di due case ciascuna a un solo piano. Ogni casa è progettata per due famiglie, costituite da tre e cinque persone (questo prevede quindi differenti dimensioni). La più grande ha un’ampiezza di 117metri quadri, è composta da soggiorno/cucina dal quale si accede a una dispensa, bagno, una camera matrimoniale, uno studio, una singola con bagno proprio, una doppia, uno sgabuzzino e disimpegno per accedere ai vani. Quella più piccola è di 60 metri quadri è costituita da soggiorno, cucina, camera matrimoniale, due bagni, camera singola, sgabuzzino e disimpegno per accedere ai vani. In comune alle due abitazioni è posto un giardino dove i figli (si presume piccoli) delle rispettive famiglie, possono giocare insieme.

Il secondo nucleo abitativo è pensato per una famiglia costituita da quattro persone situata su un unico piano con annesso un alloggio al piano superiore per un familiare che vive da solo: entrambe le abitazioni sono di forma regolare ma sono poste una appoggiata all'altra, proprio come le persone che la abitano si fanno forza l'una con l'altra. L'accesso alle case è in comune e preceduto da uno spazio coperto colonnato. Entrambi i percorsi interni attraversano le case dall'ingresso portando direttamente alla zona di soggiorno e allo spazio esterno: per il nucleo superiore si trova sopra al tetto del piano più basso, per il nucleo sottostante invece è uno spazio chiuso da una parete che dà così più riservatezza. Mentre al piano superiore si trovano, appena entrati, la cucina, il bagno e la stanza da letto da un lato e il resto dello spazio è adibito a salotto con un piccolo sgabuzzino, al piano terra le stanze si sviluppano inizialmente ai lati del corridoio (con da una parte la stanza matrimoniale e dall'altra le due singole e il bagno tra di esse), per poi accedere a un grande spazio polifunzionale, nel quale si trovano la cucina e il soggiorno. Due piccole stanze tra la seconda singola e il salotto sono dedicate al deposito di materiali per la casa e nello specifico alla conservazione delle cose personali recuperate dopo il sisma. Una stanza dei ricordi, non troppo esposta all'accesso dell'ospite e di uso comune, se si vuole, con colui che vive da solo (si presuppone un parente stretto rimasto solo dopo la disgrazia).

Prima esecuzione del secondo modulo

Il terzo parallelepipedo si sviluppa in due piani di forma regolare, ambedue di 60 metri quadri ed è pensato per soddisfare le necessità degli studenti. Il piano terra è adibito a zona giorno con soggiorno, ripostiglio, bagno con servizio minimo, cucina e studio che si apre in una piccola veranda. Si accede al secondo piano tramite una rampa di scale interna: la zona notte è costituita da due camere doppie, una camera singola e due bagni, accessibili tramite il disimpegno.

Infine il quarto è sviluppato in due piani, le due abitazioni sono pensate per due e tre persone. E’ costituito da due appartamenti suddivisi in due piani, di cui la particolarità esteriore è che il secondo piano non è collocato uniformemente al primo, ma bensì sfasato. L’appartamento al piano terra è adibito per due persone, composto da un soggiorno, cucina e magazzino adibito al deposito per ricordi e oggetti recuperati dopo il terremoto. L’accesso alla camera matrimoniale e ai servizi è dato da un lungo e spazioso corridoio costituito da un grande finestrone che permette massima luminosità alle stanze. Il piano superiore è invece indirizzato a una famiglia di tre persone. L’accesso dal piano terra al primo piano è dato da una scala a chiocciola che porta a un pianerottolo apposito per l’entrata all’appartamento superiore. L’entrata di quest’ultimo è caratterizzata da un soggiorno con cucinotto con grandi vetrate in modo da rendere l’abitazione luminosa e confortante, successivamente vi è un corridoio che collega camera matrimoniale, camera singola e bagno.


Schizzi in fase di progettazione del quarto modulo

Tutte queste si affacciano, come già accennato sopra, verso uno spazio esterno: una sorta di piccola piazza con gazebo comune centrale. A questa si accede da ogni abitazione tramite una pedana e, direttamente collegata alla piazzetta, un’ultima pedana che conduce oltre il lotto; In modo tale che gli inquilini di questi caseggiati possano interagire anche con gli abitanti lì vicini.

Alcune visioni dell’esecutivo finale:


Prospettive

Pianta