mercoledì 29 aprile 2009

Carlo Calzavara

La rapida evoluzione tecnologica ci porta inevitabilmente a constatare che nell’ultimo trentennio l’elettronica ha compiuto notevoli passi avanti, soprattutto nella microelettronica di cui l’esempio più chiaro è sicuramente il computer. Le moderne tecnologie digitali costituiscono un’opportunità irrinunciabile per realizzare una maggiore integrazione sociale creando comunità di interesse attorno ad un argomento , o con un approccio comune alla vita di relazione. I social network sono un fenomeno dell’ultimo decennio ed è in costante aumento, basti pensare a comunità come facebock con oltre duecento milioni di iscritti o come my space; essi permettono di mettere in comunicazione milioni di persone online, quindi non necessariamente legate al luogo o paese di appartenenza. Un social network consiste di un qualsiasi gruppo di persone connesse tra loro da diversi legami sociali, che vanno dalla conoscenza casuale, ai vincoli familiari, ai rapporti di lavoro. Le comunità virtuali possono essere e devono essere un’opportunità di miglioramento sia all’interno delle aziende, sia dell’azienda con i partner, fornitori, clienti, banche, ecc. Esse non vanno a sostituire le interazioni di persona, ma vanno ad aiutare uno scambio di esperienze, di capacità che rimarrebbero racchiuse in un territorio molto ristretto; chi investe in questi legami ha più possibilità di ottenere informazioni utili e potenziali nuovi contatti. Pensiamo ad una comunità virtuale in cui vengono aggregati specifiche competenze nel mondo dell’architettura, che vanno da progettisti, ingegneri, aziende, imprese edili, che possono comunicare tra di loro senza vincoli geografici, non renderebbe più facile la realizzazione di nuove opere? L’introduzione dei processi digitali nella progettazione architettonica ha segnato un’importante evoluzione . L’invenzione di evolute meccaniche di produzione hanno portato ad un aumento copioso di materiali e tecniche di costruzione che hanno progressivamente rivoluzionato i canoni estetici e decorativi dell’architettura. Merito del computer è infatti quello di calcolare, commisurare, dimensionare le diverse parti dell’edificio consentendo sia una visione d’insieme del progetto che un’analisi dei processi costruttivi altrimenti impossibile. Un altro aspetto interessante è quello legato all’influenza che le tecnologie digitali hanno avuto nella produzione architettonica. Queste non più viste come un supporto tecnico all’elaborazione del progetto ma diventando parte del processo di produzione stesso fino ad arrivare a controllare la gestione di un edificio nel suo ciclo di vita, come le tecnologie domotiche in grado in real-time di monitorare il funzionamento,assicurando costantemente all’utenza il servizio e efficienza nella manutenzione, al fine di ridurre le anomalie. Lo sviluppo di software “intelligenti”ha portato ad un più forte scambio di informazioni tra modelli digitali ed elementi fisici aprendo nuove prospettive nel campo della progettazione. Oggi è possibile usare la progettazione CAD-computer aided design- non solo come strumento per la produzione di elaborati grafici ma anche per trasferire istruzioni alle macchine di produzione. Il CAM- computer aided manufacturing- è la parte più propriamente produttiva del processo: macchine che riproducono fisicamente i modelli digitali. Un’altra interessante tecnologia digitale è il CAE- computer aided engineering- consiste nel processo di progettazione e di produzione di un componente partendo dall’acquisizione digitale dei dati riguardanti un elemento reale. Con questa tecnologia qualsiasi oggetto reale può essere rilevato, studiato e modificato con il CAD. Tutte queste tecnologie sono rivoluzionare ma di assoluta utilità, richiedono una stretta continuità relazionale tra progettista, impresa e fornitore. Se da una parte la complessità geometrica crescente degli oggetti è inaffrontabile senza l’ausilio di strumenti CAD, dall’altra emergono problemi di platform comuni alle imprese di costruzioni e ai fornitori. La discontinuità più rilevante emerge dalle imprese che talvolta non sono in grado di elaborare i documenti. Spesso anche gli studi tecnologicamente più dotati di risorse non sono in grado di interloquire con disinvoltura con i diversi standard proposti dai differenti software professionali adottati da tutti gli attori del progetto proprio per la mancanza di un linguaggio comune. Sarebbe ideale allora stabilire una piattaforma di riferimento comune, tuttavia spesso ogni attore preferisce rimanere con il software professionale che conosce meglio e ci si uniforma all’unico riferimento esistente che è il CAD. Se non ci si mette in discussione non ci si apre all’innovazione; a essere continuamente aggiornati, si perde un po’ di tempo però il vantaggio è un lavoro interattivo, interdisciplinare con una continua interconnessione tra progettisti, tecnici, produttori e realizzatori. Un altro problema è dato dal fatto che questo nuovo sistema di lavorare, mettendo in comunicazione più attori collocati in diverse parti del mondo, necessita di una certa flessibilità nella comunicazione; ogni attore deve essere libero in qualsiasi momento di entrare in contatto on-line con il proprio interlocutore, cosa oggi molto difficile perché mancano tecnologie wireless libere. Si è sempre legati o ad una piattaforma fissa o comunque ad un operatore telefonico mobile con costi certamente non irrisori. Il rischio di tutto ciò è che le tecnologie digitali e i sistemi virtuali di comunicazione rimangono legate alla propria sede di lavoro, e alle imprese che hanno grosse possibilità economiche. L’Italia poi che è un paese molto tradizionalista ha anche maggiori difficoltà, la tecnologia è spesso vista più come una “bestia nera” che una possibilità di miglioramento e vantaggio economico, basti pensare al basso livello di informatizzazione del sistema pubblico. La mia considerazione è che il limite enorme dello sviluppo delle tecnologie digitali potrebbe essere il fatto di non trovare un altrettanto preparato pubblico con cui interloquire; c’è il rischio di proporre tecnologie sempre più avanzate che veramente aiuterebbero tutti e soprattutto il nostro Paese a svilupparsi e trovare nuova ricchezza, ma che non trovano un altrettanto veloce interesse comune. Il mio auspicio è che la presentazione delle nuove tecnologie sia sempre più legato al mondo della scuola e dell’università, in modo de preparare nuove coscienze sensibili all’innovazione.
Carlo Calzavara matr: 266232
Riviste consultate: -Domotica ,marzo aprile 2005- Focus, maggio 2009- Modulo, ottobre 2008

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