giovedì 30 aprile 2009

Gianluca Facchinelli

matricola 266880

Nel procedere alla mia ricerca mi sono imbattuto in un libro:”digital habitat” a cura di Paolo Martegnani, che non conteneva la risposta al mio indagare, bensì era esso stesso la risposta. Infatti questa pubblicazione è l’esempio materiale di come le nuove tecnologie in campo informatico potranno aiutare il mondo dell’architettura.
Il volume è frutto di un’iniziativa promossa dal Dipartimento di progettazione e studio dell’architettura dell’Università degli Studi Roma Tre. Partendo dall’osservazione che al giorno d’oggi il digitale ha ormai cambiato il nostro modo di vivere, Paolo Martegani si propone di intraprendere una ricerca più ampia possibile riguardo il processo di digitalizzazione nei vari ambiti dell’architettura.
Al fine di garantire la massima pluralità di punti di vista il progetto prevede la collaborazione di 23 addetti ai lavori italiani sparsi in tutto il mondo. A questo punto la mia ricerca diventa quasi una meta ricerca, vale a dire una ricerca riguardante il modo di ricercare (mi venga perdonata la ripetizione). Infatti gli architetti coinvolti nel progetto sfruttano come strumenti di indagine proprio l’oggetto dell’indagine stessa cioè l’informatica.
Oltre agli ormai classici mezzi di comunicazione come blog e mail è stato fondato dagli organizzatori un network con diverse finalità:
- Superare le barriere spaziali
- agevolare un più rapido scambio di idee ed esperienze
- far conoscere tra di loro i vari componenti
- dare la possibilità all’architetto di trovare in un altro capacità complementari alle sue
- aiutare la formazione di gruppi di lavoro
- consentire contatti in tempo reale
- mettere e mantenere in contatto gli addetti ai lavori
il libro che ora è qui vicino a me è dunque il risultato di una ricerca svolta da oltre venti architetti sparsi in altrettanti paesi diversi, ma la distanza e la diversità tra i componenti ha prodotto comunque un elaborato organico grazie alle nuove tecnologie che permettono un lavoro di equipe.


Un altro vantaggio che la rete può dare al professionista e quindi anche agli architetti è quello della visibilità:“Perciò, anche se il numero assoluto delle persone di talento potrebbe essere sempre quello, il blogging ne accorcia il tempo della scoperta”.
Riguardo questo tema parlerò di un museo online (newitalianblood.com) il cui scopo è dare visibilità in rete all’architettura ed ai suoi autori e far uscire dall’anonimato giovani architetti di talento. Questo sito nacque nel 2001 e fu il primo network interattivo di architettura ed arti visive. I partecipanti usano il sito con un duplice scopo: come vetrina per le proprie idee e come luogo di scambio e di osservazione.
La pubblicazione di un proprio lavoro è gratuita e dà una grande visibilità in quanto appare subito nella homepage.
Ad oggi i 25000 iscritti hanno pubblicato oltre 2500 progetti, 800 dei quali sono stati premiati. Il sito è visitato regolarmente da utenti di 95 paesi diversi ed è stato recensito dai maggiori esperti del settore.
Il network è utilizzato dai migliori architetti under 36 italiani, i quali 7 volte su 10 lavorano oltre confine. Per questi www.newitalianblood.com è un mezzo unico per farsi conoscere in quanto non c'è nessuna censura nè limitazione ai progetti che vengono caricati.
Nel 2001 il sito varò la prima edizione del Virtual museum international interactive competition, un concorso via web, definito da Valentina Piscitelli come "strumento di promozione della ricerca tra arte, architettura e design interattivo gestito completamente in rete". Gli stessi partecipanti affiancati da una giuria hanno il compito di selezionare e votatare i migliori 50 progetti con un meccanismo di votazione totalmente trasparente. Il concorso ebbe successo e vi parteciparono oltre 250 iscritti provenienti da 30 paesi diversi.



bibliograzia:
blog! - David Kline e Dan Burstein
Poetiche della comunicazione - Maia Engeli
Digital habitat - Paolo Martegani

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