venerdì 10 aprile 2009

Manuela Beuto

Manuela Beuto, matricola 266392


Negli ultimi anni abbiamo assistito all’espansione del fenomeno social network, siti che permettono l’interazione tra le persone attraverso il web. Essi possono avere diverse destinazioni e usi, da quelli ad interesse ludico come Facebook, ad altri, come Linkedin, che permettono di cercare e trovare lavoro appurando anche la veridicità del curriculum. Attualmente, i maggiori social network, ovvero quelli che contano il maggior numero di iscritti, presenze online e che hanno valori di mercato altissimi (Facebook è stimato a 15 miliardi di dollari), sono Facebook, MySpace, Linkedin e Twitter (la lista completa su Wikipedia). Tutti quanti mettono in contatto le persone e coloro che sfruttano questi legami possono ottenere una quantità maggiore di informazioni e potenziali nuovi contatti (esperti, Real Estate e User), avendo così la possibilità di collaborazione tra gli stessi con aggiornamenti molto frequenti e rapidi: questo nuovo uso dei social network, unitamente all’evoluzione delle tecnologie informatiche, potrà portare dei cambiamenti importanti nel modo di relazionarsi con le persone e con il lavoro, nel nostro caso con l’architettura.



La tecnologia sta assumendo un ruolo sempre più importante nel campo dell’architettura e nel suo sviluppo, pensando a questa disciplina non più come ad una sola persona che disegna e progetta, ma come un’interazione tra le diverse figure che collaborano al progetto grazie a internet, andando così ad inserirsi nella fase progettuale. Ci stiamo avviando anche verso nuovi supporti su cui lavorare, un modo innovativo di fare architettura operando e progettando su supporti digitali in 4D, attraverso programmi che permettono non solo di visionare il progetto nella sua interezza tridimensionale, ma che forniscono anche informazioni metriche e statiche. In questo modo si ha una maggiore cura e controllo verso il progetto nell’ambito di interazioni con il territorio, ecosostenibilità, l’uso di materiali innovativi, l’autosufficienza del progetto stesso, grazie alla possibilità di prove virtuali; inoltre, grazie a questo procedimento di studio dell’architettura, al progetto può essere assegnata una "tabella di vita", la quale permette di controllare lo stesso in tempo reale anche a distanza.




Tutto questo è già virtualmente possibile grazie alla tecnologia wireless. Grazie alle reti Wi-Fi si potrà controllare il progetto già realizzato da qualunque luogo ad ogni ora. In futuro si sta già pensando a reti wireless che coprono tutto o quasi il territorio mondiale (Ci si attende che in futuro i sistemi wireless operino normalmente fra una pluralità di sistemi radio. Fonte: Wikipedia), iniziando già da ora con le singole città, come Milano. Prima delle reti nelle città, già stanno iniziando a comparire gli accessi (gratuiti e non) a Internet sui treni a lunga percorrenza e in aereo, oltre che nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti. In Giappone, invece, già si possono trovare accessi a reti wireless sui treni superveloci.


Il controllo a distanza del progetto prevede di connettersi senza fili alla casa, all’ufficio, all’edificio costruito: questo comporterà, in futuro, costruzioni in cui la tecnologia è inserita intimamente già in fase embrionale, fino all’applicazione dell’intelligenza artificiale alle stesse creando così edifici intelligenti, e all’utilizzo della stessa tecnologia in fase di progetto, fino a creare davvero complessi di edifici vivi in cui abitare.


La tecnologia domotica è proprio questo: l’applicazione della telematica in architettura, per migliorare la qualità dei progetti e, quindi, della vita. Quest’ultima tecnologia risulta fondamentale per le collaborazioni via web, poiché prevede la condivisione di dati su supporti freeware, attraverso supporti di storage online accessibili da computer remoti, permettendo inoltre di poter comunicare a distanza ma in tempo reale (accorciando così i tempi di test sul progetto) con gli specialisti coinvolti nel lavoro.


In Italia lo sviluppo dell’informatica e l’attivazione di reti wireless in ambiti pubblici sono limitati dalle leggi attuali, legate molto al timore delle conseguenze di un eccessivo sviluppo delle nuove tecnologie informatiche, note le loro potenzialità.


In questo modo, i social network e internet potranno essere sfruttati come strumento per comunicare, collaborare e lavorare senza l’obbligo della presenza fisica (videoconferenza), per costruire architettura ecosostenibile, monitorabile, autosufficiente, utile all'ambiente e legata all'intelligenza artificiale. Già esistono alcune società che si occupano dell’architettura legata alla tecnologia informatica: Green prefab, Green prefab Homes, BioLeben.



Fonti:

  • Focus n° 199, maggio 2009;
  • Wired n° 02, aprile 2009;
  • Wired n° 03, maggio 2009;
  • Rolling Stone n° 66, aprile 2009;
  • Stefano Massaron, DoppioClic, Disney Libri, 2001;
  • James F. Kurose & Keith W. Ross, Internet e Reti di calcolatori, McGraw-Hill, 2003;
  • Achille Pattavina, Reti di telecomunicazioni, McGraw-Hill, 2003.

Nessun commento:

Posta un commento