giovedì 30 aprile 2009

Anna Cassarino

(Anna Cassarino, matricola 266209)
L’architetto per definizione è in grado di costruire con la mente: vede già realizzati i suoi progetti semplicemente guardando un appezzamento di terreno piano, tuttavia queste sue idee devono essere concretizzate e devono essere rese visibili anche all’utente finale che dovrà valutare la bontà del lavoro dell’architetto stesso.
Oggi la tecnologia BIM permette ad architetti, ingegneri e progettisti di creare plastici di dimensioni reali in formato digitale; ciò permette di visualizzare l’edificio, la sua struttura e la sua efficienza direttamente durante la progettazione, prima ancora che il progetto venga realizzato.
Tutto ciò è estremamente importante perché permette al progettista di capire immediatamente i limiti del progetto e correggerli prima che essi si concretizzino creando potenziali danni all’utente.
Il disegno in CAD quindi può prendere vita e può essere oggi utilizzato in combinazione con altri strumenti software (Autodesk Ecotec o Green Building Studio) per analizzare il consumo energetico dell’ambiente progettato, l’illuminazione naturale, il calcolo delle emissioni di CO2 e l’impatto ambientale dell’edificio; oltre alla semplice visualizzazione in 3D dell’edificio si ha dunque una stima del suo impatto ambientale sia dal punto di vista qualitativo che visivo (www.italianinnovation.it).


Le presentazioni, quindi, che un architetto può fare con questi strumenti agevola il suo lavoro in quanto permette delle visualizzazioni e delle ambientazioni che vanno oltre al semplice modello cartaceo e permettono all’utente di “vivere” l’ambiente che deve ancora essere costruito.
Un edificio deve rispondere non solo al contesto ambientale che lo ospita, deve anche soddisfare le esigenze dell’utente che lo abiterà, pertanto un architetto deve essere costantemente informato dei gusti, dei bisogni e dei desideri dei propri potenziali clienti. Tutte queste informazioni possono essere estrapolate oggi dai cosidetti “social network”, reti di persone che si trovano a dialogare su determinati argomenti esprimendo in maniera più o meno competente le proprie idee e le proprie necessità.
Fare attenzione alle esigenze della domanda e intercettare embrionali problemi “sociali” da risolvere permette al progettista di fare una “casa su misura”, un luogo in cui la persona ama stare poiché risponde esattamente alle proprie esigenze e agevola la vita quotidiana della persona stessa, potenzialmente assecondando non solo i suoi bisogni primari ma anche i suoi umori e aumentando le sue percezioni.
In questo campo può essere molto d’aiuto la tecnologia wireless, infatti grazie a questa tecnologia, la “casa” intesa come “edificio che asseconda le esigenze dei propri inquilini” può essere connessa alla persona che con un semplice telecomando, o sms, o gesto può creare nella stessa l’ambiente che desidera: aumentare o diminuire la temperatura dell’ambiente, aumentare o diminuire l’illuminazione della sala, cambiare il colore delle luci, accendere il caminetto, riscaldare la cena, attivare l’allarme a distanza, essere informato di problemi di qualunque natura rilevabili da sensori di vario tipo.
La casa quindi “vive” con la tecnologia, aiuta l’uomo a sentirsi meglio, a coccolarsi entro le proprie mura domestiche, non a caso si stanno sviluppando sempre di più strumenti per la domotica.
Compito dell’architetto in questo scenario è conoscere tutte le tecnologie disponibili ed utilizzarle per creare un ambiente a misura d’uomo: bello, confortevole, sicuro e rispettoso dell’ambiente.
Le applicazioni della domotica sono quindi infinite: possono essere utilizzate esclusivamente per arrivare a costruire una casa efficiente dal punto di vista energetico, che sappia quindi quando attivare le luci, quando disattivarle, quando alzare o diminuire la temperatura dell’ambiente; oppure possono essere utilizzate per agevolare la vita dell’individuo: creando sistemi per la chiusura automatica delle porte, delle tapparelle, dei cancelli, dei sistemi di allarme, delle luci, tutte comandate da un semplice gesto dell’utente. (www.domotica.it)

E’ una realtà possibile?
La tecnologia oggi disponibile permette tutto questo, permette sistemi di telecontrollo a distanza per far partire la lavatrice, il forno, la caldaia, il camino, la sveglia, l’allarme, i cancelli; le persone secondo me ancora non hanno una chiara idea di quanto la tecnologia possa aiutare la vita dell’uomo rendendola più agevole e più sicura; direi invece che ne sono ancora spaventati poiché in primo luogo c’è una scarsa conoscenza di queste tecnologie e delle loro potenziali applicazioni e in secondo luogo perché in Italia l’utilizzo del computer e delle tecnologie digitali è lento ad affermarsi.
I motivi di questo lento sviluppo sono da ricercarsi in primo luogo nei programmi scolastici che ignorano ancora quasi completamente l’utilizzo del computer nella vita quotidiana del bambino, i corsi di informatica che vengono fatti nelle scuole si limitano alle istruzioni per l’utilizzo del pc e di Windows e non vanno oltre a scoprire le sue potenzialità, a meno che non si tratti di scuole specifiche del settore IT.
La possibilità di comunicare alla propria casa il proprio umore e regolare così di conseguenza l’ambiente che ci accoglierà secondo la nostra esigenza è ancora lontana dalla mente degli utenti, essendo però una realtà possibile già con la tecnologia odierna del wireless e del SMS. È una realtà che non convince l’utente, che l’italiano medio ancora non sa apprezzare o non considera utile perché “difficile” da utilizzare.
La difficoltà sta semplicemente nella scarsa conoscenza della materia e nell’impossibilità da parte degli architetti o degli ingegneri di integrare questi sistemi nella costruzione dell’edificio poiché ritenuti costosi ed inutili dal cliente finale.

Questa mentalità va cambiata, devono esserci dei pionieri che accettano la tecnologia e si prestano ad utilizzarla in modo tale da diffonderla e farne capire l’utilità, soprattutto dal punto di vista del risparmio energetico, se non ci si vuole fermare al semplice “ben vivere”.
I social network, utilizzati come strumento di marketing, possono fare molto in questo senso, possono far nascere nell’individuo un bisogno che non crede di avere, ma si sviluppa poiché altri ne parlano. Personalmente credo che queste community possano essere molto utili ai progettisti e alle aziende che possono partire da idee degli utenti e svilupparle creando in loro dei bisogni reali che alla fine diventano irrinunciabili; sono molto più utili ed efficienti in questo senso che nel loro aspetto primario, ovvero quello di riavvicinare semplicemente le persone che hanno qualcosa in comune (vedi Facebook, LinkEDin, MySpace).
È eticamente corretto?
Lo sviluppo del marketing e il metodo utilizzato per influenzare le persone è sempre in un limbo tra eticità e scorrettezza: l’uomo può vivere ed essere felice anche da eremita in una grotta in montagna, ma è certamente più confortevole e più bello immaginare di uscire dal caos del traffico cittadino, avvicinarsi al cancello di casa e vederlo aprirsi assieme al portellone del garage, scendere dalla macchina e, dopo aver appoggiato la mano sulla maniglia di casa, sentire che essa si apre e al di là della porta trovare una luce calda, lo schioppettio del caminetto acceso, un dolce profumo di magnolia e magari la propria musica preferita di sottofondo … di certo la sensazione di benessere che si prova vale il fatto di essere stati “ingannati” dalla pubblicità che ci ha detto di acquistare l’ultimo software disponibile “Welcome Home”, come una cosa irrinunciabile…
Oltre ai social network molto utile per far capire l’importanza della domotica nella vita dell’uomo moderno possono essere, a mio parere, i software per la realtà virtuale: una volta creato l’ambiente immaginato dall’architetto, l’utente può viverci “virtualmente” dentro, provando direttamente la sensazione che una “casa viva” può dargli. Utile potrebbe essere per i rappresentanti del settore disporre di questo tipo di tecnologia durante le fiere del settore, in modo tale che i visitatori abbiano facile accesso a questo tipo di realtà e vengano stimolati anche dalla curiosità di provare qualcosa di nuovo avvicinandosi incosciamente ad una elevata tecnologia che però in questo modo percepiscono più “facile”, meno complessa e più vicina alle proprie necessità. (www.graphicax.com)

La professione dell’architetto deve dunque aggiornarsi ed esplorare nel mondo dell’IT valutando tutto ciò che esso offre e scoprendone le potenzialità, una volta informatosi di quanto disponibile deve trovare il modo di farlo “vivere” oltre che nella sua testa nella testa dei propri clienti che non lo possono immaginare ma possono solamente provarlo, deve utilizzare quindi sistemi di rappresentazione grafica e virtuale che permettano tutto questo e rendano semplice all’utente una tecnologia complessa. Più l’architetto sarà abile a sviluppare strategie di marketing per svelare desideri nascosti dei propri utenti, più le applicazioni della tecnologia digitale in architettura verranno utilizzate e si diffonderanno.
Mi sono soffermata a parlare di tecnologie IT applicate all’ambiente domestico, le stesse tecnologie possono rendere più vivibile il proprio ambiente di lavoro o di altri ambienti abitabili dall’uomo; possono dunque essere applicate durante la progettazione di una fabbrica, di un museo, di un luogo di intrattenimento, durante il restauro di una chiesa: tutti questi strumenti posso far vedere all’utente finale come risulterà l’ambiente una volta effettuato l’intervento, oppure quanto consumerà la fabbrica una volta definito il progetto. Il cliente finale potrà rendersi conto della bontà dell’opera prima che essa venga realizzata ed inoltre saprà che l’entrare in un locale non gli farà solamente vivere dentro un luogo, ma gli farà vivere una esperienza potenzialmente ogni giorno diversa.

http://www.youtube.com/watch?v=vIOtkM-IiHQ

Bibliografia:

- AA.VV. Computer Grafica – Imago edizioni – numeri vari
- PROGETTARE LA DOMOTICA - Criteri e tecniche per la progettazione della casa intelligente" di M. Capolla - Maggioli editore – 2004
- Enrico Guidotti: Internet e comunicazione. Come cambia il modo di comunicare l’impresa con Internet

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