giovedì 16 aprile 2009

Luisa Maria Viero

matricola 266387

Il lavoro dell'Architetto: passato, presente, futuro


Tra il 1410 e il 1413 Brunelleschi, considerato il padre del Rinascimento, sviluppò le regole geometrico -matematiche per costruire la celebre "prospettiva monoculare", cioè lo strumento che rendeva possibile rappresentare una realtà di per sé tridimensionale, su di un foglio di carta a due dimensioni.

Risulta facile immaginare come tale scoperta rivoluzionò  la percezione che l’uomo aveva dello spazio circostante portando ad un nuovo modo di vivere e sperimentare la realtà , e di conseguenza un nuovo modo di  rappresentarla, da parte di artisti e architetti.

 Nella lezione del 24 Aprile, Furio Barzon, fondatore di Architecture.it, ha paragonato questa scoperta e le dirette conseguenze che ebbe sull’uomo e il suo rapporto con la realtà, con l’invenzione e lo sviluppo di nuove tecnologie informatiche espressamente dirette al mondo dell’Architettura.

Indubbiamente gli strumenti forniti dalle nuove tecnologie digitali e le potenzialità sociali del web, non hanno potuto non influire sul lavoro dell’architetto, fornito di nuovi mezzi per superare qualsiasi limite alla propria creatività e di nuovi orizzonti da cui ricavare inedite suggestioni.

Esistono e diventano ogni giorno più sofisticati vari software di modellazione 3D, che vanno ad agevolare la fase di progettazione architettonica e produzione di esecutivi. Programmi come Maya , Sketchup, Catia, Rhinocerous 3D, per citare solo pochi esempi, hanno realmente modificato il modo di vedere lo spazio, perché, a differenza della geometria proiettiva, con i programmi di modellazione solida il piano di costruzione, quello su cui si definisce il progetto, può non coincidere con il piano di visualizzazione. Ciò consente di cambiare anche la rappresentazione dello spazio, permettendo all’Architetto di sviluppare realizzare, scomporre, frammentare e ricreare forme ottenendo così uno sviluppo dinamico del progetto.

 Lo dimostrano molti tra i grandi architetti contemporanei e moderni che si avvalgono con orgoglio delle nuove tecnologie nell’elaborazione dei loro progetti, fino a fare della digitalizzazione un manifesto di un nuovo “modo” di fare architettura di cui essi sono i portavoce.

Così Frank O. Gehry  affianca al physical model, il digital model  nello sviluppo del proprio progetto, per poi scegliere la soluzione che più lo soddisfa.

Come lui altri architetti da Zaha Hadid a Kas Oosterhuis fino a Erick Van Egeraat pesentano progetti che hanno dichiaratamente origine dai nuovi sistemi virtuali di disegno. Difficilmente le loro idee avrebbero preso forma senza il supporto di moderne tecnologie digitali in grado di trasformare un’idea, fino a poco tempo fa ritenuta un’utopia, in un progetto realizzabile

Impossibile non osservare il cambiamento di cui è soggetto il lavoro dell’Architetto, il modus operandi si sta evolvendo in relazione alla nuova configurazione del mondo del lavoro, esponenzialmente informatizzato.

Così un neo- laureato può pubblicizzare le proprie competenze attraverso social network specifici: Linkedin, Xing, facebook, Myspace e Netlog sono solo alcuni nomi di una lunga lista di pagine Web che possono fungere da vetrina lavorativa per chi cerca un’occupazione ma anche come spazio privilegiato per imprese e professionisti alla ricerca di validi collaboratori. Spesso il tradizionale colloquio può essere sostituito dal contatto via web e così trovare lavoro anche all’estero diventa sempre più facile.

 

Una volta entrati nel mondo della professioni diventa estremamente semplice venire a contatto con il lavoro di altri professionisti in tutto il mondo. Infatti sono fioriti negli ultimi anni i Blog specifici di Achitettura. Questi, al pari dei software di modellazione digitale, sono validi strumenti per il lavoro dell’Architetto che può, in ogni momento e con estrema facilità, ampliare il proprio bagaglio di suggestioni al fine di arricchire il repertorio personale.

 

L’esperienza di Greenprefab  dimostra inoltre che anche la fase della realizzazione del progetto può avvenire quasi completamente in rete. Architetto, ingegnere, tecnico, committente e tutti gli attori coinvolti nella progettazione e costruzione di un edificio, si incontrano in una piattaforma digitale sulla quale possono collaborare anche senza riunirsi direttamente.

In questo modo si riducono i tempi e i costi, ma soprattutto il concetto di collaborazione viene attuato nella sua forma più completa, permettendo un contributo in tempo quasi reale da parte di ogni figura coinvolta, nel proprio campo di specializzazione.

 Da questo punto di vista è facile intuire come le tecnologie wireless giochino un ruolo fondamentale in questa nuova prospettiva di lavoro. Nel momento in cui uno spazio digitale va a sostituire lo spazio fisico dello studio, immediatamente si intuisce la necessità di disporre di una connessione internet veloce, sicura e disponibile in ogni momento.

 Purtroppo l’Italia si trova in una situazione di grave arretratezza da questo punto di vista. Il governo stesso, cosciente della situazione attuale italiana e consapevole dell’importanza crescente del web, già nel 2002, si era occupato della questione proponendo sgravi fiscali alle aziende che si fossero occupate del settore e istituendo un comitato esecutivo per individuare gli obbiettivi di sviluppo. Oggi, dopo 7 anni, l’Italia non può certo vantare risultati sorprendenti. 

Le motivazioni di tale ritardo sono molteplici, come la scarsa offerta di connessioni a banda larga nella maggior parte delle zone periferiche o la scarsità di infrastrutture per citare solo qualche esempio, ma la verità è che esiste una diffidenza di fondo verso le nuove tecnologie, ispirata da fattori culturali e dall’istruzione. Sarebbe necessario sensibilizzare la popolazione nei confronti dell’informatica, aumentando la sua presenza in enti pubblici (scuole, uffici…), in modo che il cittadino senta la necessità di avvicinarsi alle nuove tecnologie e ne scopra così i vantaggi.

Perchè a godere dei vantaggi offerti dalle nuove tecnologie non sono solo gli addetti ai lavori, che possono contare su strumenti più efficienti per lo svolgimento delle loro mansioni, ma anche i fruitori di ciò che viene creato a partire e grazie a queste.

Ne è un esempio la domotica, la scienza che si occupa proprio di migliorare la vita dell'uomo. E fa ciò sfuttando tutte quelle teconologie verso le quali gli italiani si mantengono diffidenti. 

Grazie alla domotica andò a sviluparsi quella che viene definita "casa inteliigente", la quale, la quale si serve di un sistema di controllo computerizzato, che permette di ottimizzare le risorse. Per esempio sarà possibile risparmiare energia, gestendo l'impianto di climatizzazione in base alla temperatura esterna. Ma ciò permetterà anche di rendere più confortevole la fruizione della casa, controlando l'acccensione/spegnimento di calorifori e climatizzatori in base alle abitudini dell'utente.  Inoltre porterà risultati anche nel campo della sicurezza, garantendo un sistema d controllo della casa a distanza. 

In Italia esistono già degli esempi realizzati, come il progetto Abrì a Rozzano (Mi) o la casa realizzata a Ca' Bonaparte da Mario Tommasini, ma si limitano per lo più ad esperimenti sporadici e progetti mirati a determinate categorie umane (anziani e disabili), mentre ancora una realizzazione su larga scala per abitazioni private sembra essere piuttosto lontana. 

L'applicazione di moderne tecnologie alla casa può sopperire alle mancanze umane, ma ciò è possibile solo se si è disposti a servirsene.

Il lavoro dell'Architetto ha ricevuto un importante contributo da parte delle moderne tecnologie informatiche, ma oggi come in pasato il più grande apporto al progetto viene fornito dal potenziale umano, rappresentato sia dalla figura dell'architetto che da quella del cliente. Il contributo di quest'ultimo in particolare diventa particolarmente significativo nel momento in cui, presa confidenza con questo nuovo modo di guardare lo spazio e la realtà, si pone nella condizione di dialogare e confrontarsi con gli attori della progettazione in maniera proficua.


Bibliografia: 

- "Wired", n.3, Aprile 2009

- "Introduzione alla rivoluzione informatica in architettura", Antonino Saggio, Carocci, Roma 2007

- "Index architettura. Archivio dell'Architettura contemporanea", curato da B. Tschumi e M. Berman, 2004


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