giovedì 30 aprile 2009

Luca Pontoni

Ottimizzare i livelli di comunicazione in maniera definitiva ed internazionale ..credo sia questo lo stadio finale del socialnetwork , e considerando le cifre che hanno raggiunto in questi giorni viene da dire ironicamente che come risultato fino ad ora raggiunto non sia poi così malaccio.
Dato per certo è che da sempre le reti di comunicazione, per ultima internet, sono state create per migliorare e diminuire i tempi di “dialogo lavorativo”, il fatto di poterle migliorare in maniera facile, intuitiva e libera a tutti, mettendo in contatto il mondo, è una cosa che di certo scomoda non può essere.

Se un tempo si diceva che internet era una porta aperta sul mondo, ora si può dire che i socialnetwork siano tutte le piccole porte di chi il mondo lo abita.

Ed è proprio questo un esempio di ciò che la tecnologia vuole raggiungere, ossia la definizione più assoluta del dettaglio; la tecnologia a differenza dell’arte, per esempio, continua i suoi miglioramenti con la definizione sempre più alta del dettaglio e basa i suoi stimoli sulla semplicità d’uso e sulla ricerca della perfezione.

Detto ciò si può dire che la tecnologia cresce in maniera inversamente proporzionale ai tempi di lavoro, più la tecnologia è evoluta più il tempo di elaborazione, lavorazione ed esecuzione è breve e così è in ogni tipo di lavoro, esempio particolare il lavoro dell’architetto ha da ringraziare questo tipo di evoluzione tecnologica in quanto programmi di progettazione oramai accessibili a chiunque abbiano alleggerito di molto il carico di questo lavoro.

Mentre qualche decennio o meglio qualche anno fa lo studio di un architetto era un luogo reale dove le idee venivano a confrontarsi in maniera quasi intima, ora lo studio è diventato un luogo virtuale dove immagini, disegni e idee viaggiano da un luogo all’altro del mondo mettendo in contatto istantaneamente opinioni ed esperienze diverse concentrando di molto il tempo reale per la progettazione e la conseguente costruzione.

Sembra evidente che la parola chiave che deve dominare nel mondo dell’architetto di questi tempi sia "rapidità", personalmente credo che questo termine si debba fermare allo scambio di opinioni e definizioni, il fatto di riuscire a creare un qualcosa senza più toccare un foglio ed una matita anche dopo la creazione di essa fa sicuramente perdere il fascino al lavoro stesso, penso che un idea non possa nascere da un programma ma che invece grazie ad esso possa essere modificata e migliorata ..penso che il lavoro dell’architetto debba rimanere sempre un po’ con le mani impegnate e “sporche” nel testare e conoscere di persona ciò che lo circonda, conoscere i materiali che userà nel costruire un opera, sentire e vedere di persona come la luce gli dia vita, cose che in una foto sono facili da travisare, sono azioni che fanno parte dei grandi maestri dell’Architettura Louis Kahn, LeCorbusier, Frank Lloyd Wright e più attuali Tadao Ando e Renzo Piano che basano le loro conoscenze soprattutto sulla propria esperienza, che è una delle cose che fortunatamente si può solo spiegare ma non imparare. A noi oggi ed in futuro viene e verrà data la possibilità di usufruire di aiuti tecnologici per la creazione di un idea tramite appunto l’aiuto istantaneo del mondo ..oggi ed in futuro si tratterà sempre e comunque di valorizzare se stessi e la propria essenza, senza perdere troppo tempo a dividere le cose buone dal cattive Friedrich Nietzsche affermava “bisogna imparare a diventare ciò che si è”.









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