giovedì 28 maggio 2009

Gruppo Miframoca

L’obiettivo del nostro progetto è di riuscire a creare un ambiente architettonico vivibile per coloro che in Abruzzo, a causa del terremoto del 6 aprile 2009, hanno perso uno dei loro punti di riferimento: la loro abitazione. Si tratta di dare forma a un aggregato di case abitabili e sicure utilizzando elementi prefabbricati ecosostenibili che potranno quindi essere smontati e rimontati una volta finito il loro compito. Viene in questo modo sfruttata al massimo la caratteristica del prefabbricato, cioè di poter essere assemblato velocemente e quella di poter essere riutilizzato (la ricostruzione ha bisogno di tempo ed è importante un riparo immediato non troppo “precario”). Tenuta in considerazione la condizione psicologica dei destinatari dei nostri progetti, come gruppo Miframoca, abbiamo ritenuto di estrema rilevanza l’esistenza di un luogo comune a più case per lo scambio relazionale. Il nostro progetto consiste in sette nuclei abitativi ossia quattro diversi moduli che comunicano tra di loro attraverso uno spazio esterno. Inizialmente avevamo pensato a un solo modulo a L da reiterare con dimensioni diverse cambiando poi il nostro progetto.

Schizzo per la disposizione degli edifici

Ogni modulo è differente per dimensione, disposizione e uso degli spazi. Il primo modulo prevede un aggregato di due case ciascuna a un solo piano. Ogni casa è progettata per due famiglie, costituite da tre e cinque persone (questo prevede quindi differenti dimensioni). La più grande ha un’ampiezza di 117metri quadri, è composta da soggiorno/cucina dal quale si accede a una dispensa, bagno, una camera matrimoniale, uno studio, una singola con bagno proprio, una doppia, uno sgabuzzino e disimpegno per accedere ai vani. Quella più piccola è di 60 metri quadri è costituita da soggiorno, cucina, camera matrimoniale, due bagni, camera singola, sgabuzzino e disimpegno per accedere ai vani. In comune alle due abitazioni è posto un giardino dove i figli (si presume piccoli) delle rispettive famiglie, possono giocare insieme.

Il secondo nucleo abitativo è pensato per una famiglia costituita da quattro persone situata su un unico piano con annesso un alloggio al piano superiore per un familiare che vive da solo: entrambe le abitazioni sono di forma regolare ma sono poste una appoggiata all'altra, proprio come le persone che la abitano si fanno forza l'una con l'altra. L'accesso alle case è in comune e preceduto da uno spazio coperto colonnato. Entrambi i percorsi interni attraversano le case dall'ingresso portando direttamente alla zona di soggiorno e allo spazio esterno: per il nucleo superiore si trova sopra al tetto del piano più basso, per il nucleo sottostante invece è uno spazio chiuso da una parete che dà così più riservatezza. Mentre al piano superiore si trovano, appena entrati, la cucina, il bagno e la stanza da letto da un lato e il resto dello spazio è adibito a salotto con un piccolo sgabuzzino, al piano terra le stanze si sviluppano inizialmente ai lati del corridoio (con da una parte la stanza matrimoniale e dall'altra le due singole e il bagno tra di esse), per poi accedere a un grande spazio polifunzionale, nel quale si trovano la cucina e il soggiorno. Due piccole stanze tra la seconda singola e il salotto sono dedicate al deposito di materiali per la casa e nello specifico alla conservazione delle cose personali recuperate dopo il sisma. Una stanza dei ricordi, non troppo esposta all'accesso dell'ospite e di uso comune, se si vuole, con colui che vive da solo (si presuppone un parente stretto rimasto solo dopo la disgrazia).

Prima esecuzione del secondo modulo

Il terzo parallelepipedo si sviluppa in due piani di forma regolare, ambedue di 60 metri quadri ed è pensato per soddisfare le necessità degli studenti. Il piano terra è adibito a zona giorno con soggiorno, ripostiglio, bagno con servizio minimo, cucina e studio che si apre in una piccola veranda. Si accede al secondo piano tramite una rampa di scale interna: la zona notte è costituita da due camere doppie, una camera singola e due bagni, accessibili tramite il disimpegno.

Infine il quarto è sviluppato in due piani, le due abitazioni sono pensate per due e tre persone. E’ costituito da due appartamenti suddivisi in due piani, di cui la particolarità esteriore è che il secondo piano non è collocato uniformemente al primo, ma bensì sfasato. L’appartamento al piano terra è adibito per due persone, composto da un soggiorno, cucina e magazzino adibito al deposito per ricordi e oggetti recuperati dopo il terremoto. L’accesso alla camera matrimoniale e ai servizi è dato da un lungo e spazioso corridoio costituito da un grande finestrone che permette massima luminosità alle stanze. Il piano superiore è invece indirizzato a una famiglia di tre persone. L’accesso dal piano terra al primo piano è dato da una scala a chiocciola che porta a un pianerottolo apposito per l’entrata all’appartamento superiore. L’entrata di quest’ultimo è caratterizzata da un soggiorno con cucinotto con grandi vetrate in modo da rendere l’abitazione luminosa e confortante, successivamente vi è un corridoio che collega camera matrimoniale, camera singola e bagno.


Schizzi in fase di progettazione del quarto modulo

Tutte queste si affacciano, come già accennato sopra, verso uno spazio esterno: una sorta di piccola piazza con gazebo comune centrale. A questa si accede da ogni abitazione tramite una pedana e, direttamente collegata alla piazzetta, un’ultima pedana che conduce oltre il lotto; In modo tale che gli inquilini di questi caseggiati possano interagire anche con gli abitanti lì vicini.

Alcune visioni dell’esecutivo finale:


Prospettive

Pianta

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