venerdì 29 maggio 2009

Gruppo Converse


L’idea che sta alla base del nostro progetto vorrebbe essere una risposta, almeno parziale, a tutta quella serie di problemi che si sono venuti a creare dopo il terremoto che ha colpito l’Abruzzo. Una risposta nata nella prospettiva di cercare che le tantissime persone che hanno perduto la loro casa possano condurre ugualmente una vita la più vicina possibile alla normalità nella attesa della ricostruzione vera e propria.
Si è trattato pertanto di progettare una serie di abitazioni, degne di questo nome, in un’area dallo spazio ridotto, ma concepite come un complesso che doveva rispondere alla necessità di una semplice e veloce generazione combinata con la possibilità di riutilizzo o di rapido ed economico smaltimento.
La necessità dell’utilizzo di un modulo, per i problemi sopra posti, si doveva conciliare, necessariamente, con l’obbligo di ricreare un ambiente che risultasse il più possibile “vicino” e familiare alle persone che vi avrebbero risieduto.
Così abbiamo optato per delle piccole costruzioni, con due diverse tipologie, che potrebbero essere edificate ovunque, a differenza di complessi di grandi dimensioni che causerebbero, quasi sicuramente, problemi nella gestione dello spazio. La scelta di inserire edifici di tipo diverso è stata motivata dalla nostra convinzione che la varietà delle costruzioni, seppure, come in questo caso, purtroppo molto limitata, contribuisca all’idea variegata del “quartiere urbano”. Una grande massa di edifici tutti uguali, apportati in questo contesto, uniformando ogni cosa, non risponderebbe alle esigenze, anzitutto emotive, delle persone che vi dovrebbero abitare.
La forma dei nostri edifici, unità abitative che lavorano a coppie, per cercare di salvaguardare il più possibile la privacy di ogni nucleo familiare, è stata volutamente mantenuta lineare e semplice, così da non porre problemi nel ottenere la massima fruibilità, combinata con una elevata semplicità di montaggio.
Il primo modulo, che si rapporta in maniera frontale rispetto alla via principale di accesso al lotto ed al flusso delle persone, è nato partendo dall’idea di una massa volumetrica in movimento; si presenta infatti come un cubo scomposto, con aggetti e rientranze che vanno a creare un gioco di pieni e vuoti che a sua volta ne crea uno di luci ed ombre.
Entrando incontriamo una zona giorno suddivisa tra soggiorno, cucina e bagno mediante la scala che porta al primo piano ove sono collocate le due camere da letto, il bagno ed un’ampia terrazza ricavata facendo rientrare parzialmente due delle facciate del cubo iniziale.


Il secondo modulo è composto da 2 + 2 unità abitative, costituite ognuna da due volumi sovrapposti che si spezzettano a creare aggetti e rientranze.
Anche in questo caso i volumi sfalsati e contrapposti dovrebbero contribuire a creare un gioco di pieni e vuoti, luci ed ombre, con il fine di dare movimento alla scena urbana.


Internamente vi troviamo spazi separati da fini pareti verticali, volte semplicemente al compito di dare una divisione apparente tra i vari ambienti domestici, esenti quindi da funzionalità portante, ottenendo cosi uno spazio quasi continuo percorribile in tutta la sua estensione. Una estensione peraltro limitata ad uno spazio confortevole, ma non eccessivo, che ne accentua il senso di intimità.
A piano terra ritroviamo gli spazi per soggiorno, cucina, bagno e vano scale dal quale si accede al piano superiore ove sono stati ricavati un soppalco, due camere da letto, bagno e terrazzo.
Abbiamo posizionato in un lotto di ml. 121,50 x 77,00 n. 2 moduli del primo tipo e n. 3 moduli del secondo (n. 3 x una schiera di 4 abitazioni), per un totale di n. 16 unità abitative. Una strada cieca di distribuzione, che si diparte dalla strada principale, consente l’accesso alle singole abitazioni e alle aree di parcheggio.
Ogni edificio dispone di un porticato ad uso esclusivo degli abitanti delle singole abitazioni.
Lo spazio verde circostante invece è parte ad uso privato e parte ad utilizzo comune, una soluzione pensata per generare delle aree ove gli incontri siano quasi “forzati” allo scopo di mantenere un senso di unione tra le persone che vi risiederanno. Un espediente per ricreare le condizioni del “vicinato”.

1 commento:

  1. Giudizio della docenza: All'eccellente capacità di articolare gli spazi e la composizione architettonica non corrisponde un altrettanto valido impianto distributivo urbano. Ottimo uso delle componenti prefab. Bene per la consegna dei file skp.

    VOTO: +2

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